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Terapia ormonale sostitutiva: un importante alleato anche per luomo SIF Magazine

Terapia ormonale sostitutiva: un importante alleato anche per luomo SIF Magazine

Provocano meno disturbi di erezione, ma più dolore a livello mammario rispetto agli agonisti dell’LHRH. Possono essere associati ad altri medicinali o nelle prime fasi di trattamento per ridurre l’effetto provocato dal temporaneo aumento della produzione di androgeni (flare-up), oppure per tutta la durata del trattamento per potenziarne l’effetto (blocco androgenico totale). • I pazienti e/o chi ne ha cura devono essere informati del potenziale rischio di gravi reazioni avverse psichiatriche che possono insorgere a seguito della terapia sistemica con steroidi. I rischi possono essere maggiori con dosaggi più alti, dopo esposizione sistemica, sebbene i livelli del dosaggio non permettono stabilirne l’inizio, il tipo, la gravità nè la durata delle reazioni. Il recupero della maggior parte delle reazioni avviene o dopo la riduzione della dose oppure alla sospensione della stessa, sebbene possano essere necessari trattamenti specifici.

  • Smettere la cura prima del tempo rischia di vanificare l’effetto protettivo del tamoxifene contro un possibile ritorno della malattia.
  • In alcune condizioni non è possibile assumere il cortisone come profilassi, ovvero in quelle situazioni in cui il parto pretermine è imminente o è necessario espletare il parto con urgenza per una compromissione fetale e/o materna.
  • L’attività metabolica minore dei corticosteroidi di sintesi e la bassa affinità di legame con le proteine determina una maggiore potenza di quest’ultimi a confronto dei corticosteroidi naturali.
  • La cosiddetta “minipillola” a base di soli progestinici è prevalentemente utilizzata dalle donne che non possono assumere estrogeni.
  • Perché seguire questo corso FAD ECM sui farmaci per COVID-19 L’armamentario dei farmaci nella COVID-19 è andato via via mutando e chiarendosi.

I corticosteoridi sono metabolizzati principalmente nel fegato ma anche in altri tessuti e sono escreti con le urine. L’attività metabolica minore dei corticosteroidi di sintesi e la bassa affinità di legame con le proteine determina una maggiore potenza di quest’ultimi a confronto dei corticosteroidi naturali. Dopo somministrazione della soluzione di desametasone per iniezione, il desametasone sodio fosfato è rapidamente idrolizzato a desametasone. Dopo una dose endovenosa di 20 mg di desametasone, il picco plasmatico si ottiene entro 5 minuti. Alterazioni del bilancio idro-elettrolitico che, raramente ed in pazienti particolarmente predisposti, possono arrivare all’ipertensione ed alla insufficienza cardiaca congestizia. Indicativamente si può iniziare il trattamento somministrando da 2 a 5 mg distribuite in 3 dosi giornaliere da prendere sciolte in acqua agitando prima di ingerire.

Linee guida per il trattamento dell’osteoporosi

Ulteriore aspetto da considerare è inoltre la sofferenza psicologica silente che accompagna le persone disposte a tutto pur di avere un corpo prestante, un aspetto troppo spesso ignorato. Tutte le Linee Guida concordano nell’affermare che un breve ciclo di corticosteroidi sistemici si traduce in un significativo miglioramento dei sintomi e della infiammazione naso-sinusale con mantenimento dei risultati fino a 3 mesi. Sono però consentiti senza importanti effetti collaterali al massimo 1-2 cicli di corticosteroidi sistemici all’anno. Le gestanti con diabete pre-gestazionale o gestazionale possono avere dei disturbi a causa del cortisone assunto in gravidanza.

  • Quando i corticosteroidi sono indicati in pazienti con tubercolosi latente o con risposta positiva alla tubercolina, è necessario un rigoroso controllo, dato che può verificarsi una riattivazione della malattia.
  • Anche la ciclosporina e il tacrolimus, specialmente in pazienti che hanno subito il trapianto di un organo, possono determinare dolore simmetrico delle epifisi e una distrofia del sistema nervoso simpatico (44).
  • Le stesse infiltrazioni di corticosteroidi consigliate per la cura delle discopatie a seguito di eruzione erniaria possono accellerare la degenerazione all’interno del disco e favorire la formazione di calcificazioni e quindi un peggiore dolore e una maggiore compressione nervosa (39).
  • Come viene spiegato in un paio di articoli appena pubblicati sulle due più prestigiose riviste di Medicina Interna e di Reumatologia, rispettivamente New England Journal of Medicine e Lancet Rheumatology, si tratta di studi destinati a modificare la pratica medica corrente e a cercare di risolvere il lato “oscuro” della terapia steroidea.
  • Si considera altresì la modifica della scelta terapeutica anche in caso di frattura osteoporotica vertebrale o di femore nonostante trattamenti praticati per almeno un anno con i farmaci della classe precedente (19).

È stato calcolato in passato che, dopo aver preso la pillola combinata per cinque anni, le donne hanno un rischio di tumore della cervice quasi doppio rispetto a quello di chi non l’ha mai presa. Questo rischio, però, è reversibile, perché https://hemispheremg.com/scoperto-il-miglior-negozio-di-steroidi-orali-in/ diminuisce dal momento in cui si smette fino ad azzerarsi nel giro di dieci anni. Inoltre è probabile che l’associazione sia solo indiretta e legata piuttosto all’infezione da HPV, ormai riconosciuta come causa principale di questo tumore.

La terapia del tumore al polmone: le mutazioni geniche guidano la scelta del farmaco

Il segno più caratteristico dell’uso di steroidi anabolizzanti è un rapido incremento della massa muscolare. I pazienti che assumono dosi fisiologiche hanno un lento e spesso impercettibile accrescimento; coloro che assumono megadosaggi possono incrementare la massa corporea magra di diversi pounds al mese. Si verifica un aumento delle energie e della libido (negli uomini), ma tali effetti sono più difficili da quantizzare. Gli atleti utilizzano frequentemente più tipi di steroidi anabolizzanti contemporaneamente (una pratica chiamata stacking [accatastamento]).

  • La consistente riduzione dei livelli di testosterone in circolo, necessaria per contrastare la crescita delle cellule tumorali, si può ottenere grazie a specifici farmaci oppure con un intervento di orchiectomia bilaterale.
  • Il rischio di carcinoma epatocellulare è aumentato nel paziente con EAI e cirrotico, anche se in maniera molto meno significativa che nelle cirrosi virali o dismetaboliche.
  • Conclusioni I pazienti con malattia critica possono avere un’insufficienza surrenalica pre-esistente, ma bisogna sempre tenere presente che l’insufficienza surrenalica può svilupparsi in UCI per effetto della malattia critica stessa o dei suoi trattamenti farmacologici.

Gli steroidi possono accrescere la secrezione dei succhi gastrici, riducendo al tempo stesso quella del muco che ha la funzione di proteggere il tessuto gastrico. Di conseguenza, la mucosa di rivestimento può irritarsi, inducendo la formazione o l’esacerbazione di ulcere gastriche. Al fine di mitigare tale effetto le compresse dovrebbero essere prese a stomaco pieno oppure bevendo latte.

Steroidi

I principali limiti all’uso del FRAX nella GIO sono rappresentati dal fatto che tale punteggio non considera la BMD vertebrale, principale sede di frattura nella GIO; dall’impossibilità di inserire dosaggio, durata ed eventuale uso di boli steroidei nel calcolo del rischio; dalla non applicabilità a pazienti con età inferiore a 40 anni. Nella valutazione del paziente che deve intraprendere terapia steroidea con una durata prevista di almeno 3 mesi, è necessario stimare il rischio di frattura. Nella popolazione generale, sono stati validati algoritmi di valutazione (FRAX, DeFRA) che consentono di stimare la probabilità di frattura del paziente nel lungo periodo.

Modificazioni surrenaliche nel paziente critico

In traumatologia il desametasone intrarticolare ha mostrato nel coniglio la capacità di ridurre drasticamente il danno cartilagineo, inibendo la produzione sinoviale delle citochine flogogene responsabili della osteoartrosi post-traumatica14. Per intervento delle esterasi plasmatiche la sostanza terapeuticamente attiva, il nandrolone, si libera dal legame estereo in modo lento e costante ma con velocità diversa a seconda della specie animale; nell’uomo l’effetto terapeutico si mantiene per almeno 3 settimane. Negli uomini il trattamento con Deca-Durabolin può portare a disturbi della fertilità sopprimendo la formazione di sperma. Nelle donne il trattamento con Deca-Durabolin può portare a riduzione della frequenza o soppressione del ciclo mestruale (vedere paragrafo 4.8). Nei diabetici può essere ridotto il fabbisogno di insulina o di altri medicinali ipoglicemizzanti.

La clearance renale dei salicilati è potenziata dai corticosteroidi, la sospensione degli steroidi può comportare un’intossicazione da salicilati. Inoltre, l’uso concomitante di acido acetilsalicilico (o altri FANSs) e corticosteroidi può aumentare il rischio di effetti avversi gastrointestinali. In presenza di ipoprotrombinemia l’acido acetilsalicilico deve essere impiegato con cautela in corso di terapia corticosteroidea. Nei pazienti ipotiroidei o affetti da cirrosi epatica la risposta ai corticosteroidi può aumentare. Se tale complicanza si verificasse e la diagnosi di sepsi venisse confermata, si dovrà istituire un’appropriata terapia antiinfettiva. Ai pazienti deve essere chiaramente sottolineata l’importanza di non abusare delle articolazioni in cui si è ottenuto un miglioramento sintomatico, fino a quando persiste l’attività del processo infiammatorio.

Gli androgeni anabolizzanti, per esempio, possono provocare effetti che persistono anche dopo la loro sospensione, come impotenza e infertilità, danni permanenti al fegato e riduzione delle difese immunitarie. L’ormone della crescita (GH), importante per trattare i bambini con deficit della crescita, se somministrato a chi non ne ha bisogno sembra essere coinvolto nella formazione di diversi tipi di tumore, da quello del colon ai linfomi. In proporzione alla durata del trattamento e ad altri fattori di rischio, l’uso prolungato della pillola è associato a un leggero aumento del rischio di tumore al seno e alla cervice uterina, ma anche a un effetto protettivo contro i tumori colorettali, dell’ovaio e dell’endometrio. Come farmaco di seconda linea per il mantenimento della remissione biochimica ed immunologica può essere utilizzato anche il mofetil micofenolato, al dosaggio di 2 g/die. A differenza dell’azatioprina, mofetil micofenolato è notoriamente teratogeno per cui non deve essere utilizzato nelle giovani donne che vogliono avere figli. Solitamente la remissione è mantenuta nel tempo con azatioprina (o analogo) in monoterapia, oppure azatioprina associata a dosaggi molto bassi di steroide (sino a 2-4 mg/die).

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